Dedico questo sito a mio padre, la cui passione per l'arte surrealista gli ha permesso di realizzare, in 60 anni della sua vita, bellissime opere che hanno fatto parte di innumerevoli mostre in tanti paesi del mondo. Con devozione ed affetto la figlia Marzia con marito e figli, insieme per non dimenticare il figlio Mauro.
Vinicius Pradella e' nato il 24 agosto del 1926.
Dal 1952 al 1957 l'artista che, oltre a dipingere, lavorava come disegnatore per una società italo-americana, visse tra Buenos Aires e Rio de Janeiro.
Anima detonante e produttiva, Pradella, trasferitosi nel 1963 a San Paolo, progettò un piccolo paese da costruire ai margini dell'inospitale Amazzonia.
E diresse egli stesso i lavori. "E' stata un'esperienza surreale" commenta oggi ricordando quei giorni da pioniere al cospetto della maestà verde della più grande foresta del mondo. A San Paolo l'artista veronese trovò un ambiente cosmopolita che gli permise di ampliare le sue conoscenze e di far conoscere la sua eccellente pittura. Venne nominato direttore del Centro culturale italo-brasiliano e partecipò alla IX e X Biennale.
Ma il richiamo della patria si faceva spesso irresistibile. Nel 1971 ritornò in Italia ed espose a Verona, Padova, Brescia, Roma, Gardone, Torino e Genova. Fu un periodo di grande fertilità creativa, ma un nomade nello spirito obbedisce a richiami che alle creature stanziali possono sembrare irrazionali. Ed eccolo quindi nuovamente imbarcato sull'"Eugenio C." con destinazione il Brasile. Pradella lasciò definitivamente i Tropici e tornò a Verona dove espone nella Galleria della Società Belle Arti.
Da anni vive e lavora a Pescantina nella sua casa con le finestre aperte sull'azzurrognolo un tantino malinconico dei nostri monti. Nel viso è ad un tempo Socrate, Chabrier e il dottor Florand, con una barba da Gran Senusso. Veste spesso alla Lincoln e potrebbe essere scambiato per un personaggio fluviale de "L'uomo di fiducia" di Melville. Nessuna meraviglia se si mettesse improvvisamente a parlare in versi come un padre nobile del teatro classico o a divorare fiammiferi come Andrè Breton. A vederlo mentre si aggira nel pantheon delle sue papesse, sotto i seni turgidi di Johanna che è un po' Mary Stuart e un po' Jane di San Faustino, non si può fare a meno di pensare all'istrionesco Salvador Dalì, lo scomunicato esponente dei Surrealisti.
Troppo surreale? Forse no.
Silvino Gonzato
Periodo: 27 Febbraio 2014 - 07 Marzo 2014
Luogo: Palazzo Birolli (Ex Macello), Verona.
Indirizzo: Via Macello 17, Verona. CAP 37121.
Inaugurazione: 2 Marzo 2014 alle ore 17.00.
1949
1950
1952
1966
1967
1968
1969
1970
1971
1972
1973
1974
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1986
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2013
Prof. Josefa Ramno Moli Nero - Yogakrisnanda
"Vinicius pradella e' un pittore accademico per professione, surrealista per devozione e mago per spiritualità. Vinicius dipinge un mondo differente, più reale per essere fantastico, più puro per essere simbolico, più intellettuale e più onirico che il proprio sogno, dove si svolge un risveglio di passioni, visioni, illusioni e realtà cosmiche. C'è un lirismo erotico nella sua pittura spoglia di lussuria, però dotata della più alta sessualità tantrica. Lui doveva aver studiato ai tempi di Dioniso, di Silvia e di Karnac. Però il suo pennello ha viaggiato per il mondo dell'ispirazione iniziatica e ha saputo ritrarre il nascosto e portarlo alla luce."
A. Scemma
"Il realismo fantastico di Vinicius Pradella è un panorama completo dell'attività di questo artista serio e lineare, sempre fedele ad una tematica ricca di soluzioni imprevedibili e proprio per questo difficile da sviscerare. L'artista veronese ha una sua personalità ben precisa, affinata attraverso il contatto con le magie e le credenze brasiliane. Non a caso, parlando della sua pittura, si fa spesso il nome del "tantrismo", una religione, più che una filosofia. E proprio il colore, oltre a un certo tipo di suggestione, appare derivato dalle foreste e dagli ambienti naturali dell'Amazzonia: quei verdi intensi, per esempio, o quei blu cobalto che appaiono in quasi tutti i dipinti di Pradella. Artista multiforme, impegnato anche nella diffusione capillare dei dettami stilistici della sua corrente, Pradella ha saputo trovare immediatamente al ritorno in patria una collocazione di rilievo."
Gino Traversi
"L'automatismo di Pradella, che scatta da una precedente definizione ambientale, è tra i più schietti, perchè senza complessi è affrancato da qualsiasi riferimento lettrario. Il suo efficace cromatismo aderisce perfettamente all'immagine, acrescendone la caratterizzazione. Nel bianco e nero, inteso come fitta ed armonica tessitura segnica, l'artista, testimonia invece l'influsso della parte più delicata e nobile della dottrina tantrica."
I suoi nudi non vogliono essere quindi che l'oggettivazione di concetti trascendenti il dato naturale per attingere alla sfera dello spirito.
Eccon dunque un surrealista completo, genuino, il cui linguaggio si rivolge all'io e al l'occhio e al cuore dell'uomo."
"La Bellezza Invisibile" - Licia Massella
Vinicius Pradella, il pittore veronese ispirato alla grande lezione del surrealismo europeo di Magritte e Delvaux. Nelle opere di questo singolalre pittore veronese, che vive a Pescantina dopo aver vissuto una lunga esperienza sudamericana fra Argentina e Brasile , gli archetipi classici e rinascimentali e la figura femminile giocano sempre un ruolo di primo piano. La figura femminile è caratterizzata dalla sua bellezza che non è solo ideale, ma anche corporea ed allusiva. Con sguardi invitanti o falsamente pudici le piccole e grandi donne, sapientemente dipinte dall'artista, si presentano in pose ardite o misurate, provocanti o pudiche, naturali o maliziose sempre però con quello sguardo che invita ad abbandonarsi. Le ambientazioni classiche e rinascimentali fanno evidenziare che ogni volta egli si appresta ad affrontare un soggetto, non lo fa mai casualmente o in maniera approssimativa, ma si documenta sempre meticolosamente sugli ambienti storici, sui costumi e anche, se possibile, sul tipo di socialità del tempo storico del quale egli intende riferire attraverso i suoi stimolanti racconti pittorici.
Il suo atteggiamento, volto ad una interpretazione surreale degli avvenimenti descritti, è quello di portare i soggetti al centro del mondo facendo loro ruotare attorno ogni cosa.
"La bellezza invisibile", mostra fortemente voluta dalla figlia Marzia ed i nipoti, presenta le più importanti opere inedite di grandi dimensioni realizzate dall'artista in quasi 60 anni di lavoro.
Nel titolo è l'essenza della sua ispirazione: una bellezza vista come impulso vitale dell'immagine femminile e come verità attraverso un racconto dettagliato della realtà presente e storica.
La meta di Vinicius Pradella è l'immagine della compostezza e della serenità, ma anche del coraggio, dell'avventura.
In questa mostra appaiono opere straordinarie ispirate al mondo mitologico che il pittore usa anche per illustrare parabole come quella del "Figliol prodigo". La dimensione catartica della corrida diventa per l'artista "Tauromagia"; il potere di suggestione della "Maschera veneziana" si unisce a quello del "Giocoliere" e l'antico Egitto come la misteriosa Venezia, ma persino l'amata Verona , i boschi incatati, le enigmatiche scacchiere, i paesaggi dagli orizzonti sconfinati, diventano gli scenari di icone umane, di muse della bellezza profetiche o fisse dietro una maschera . Non mancano gli omaggi ai maestri del surrealismo come "La grande pera" a Magritte, "Sogni nel cassetto"a Dalì o "Freud – Sogno". Un gioco umano con il mistero che l'uomo e l'artista cerca di colmare dissetandosi alla "Fontana della Cultura" o di esplorare, misurare attraverso la geometria come nella "Stanza degli esagoni", o vertiginose architeture e labirintiche prospettive. Infine il dialogo dell'uomo con l'infinito e il divino è totalmente raggiunto attraverso la rappresentazione dei miti greci, ma anche dei simboli del culto cristiano ambientati sempre in cosmi metafisici. La Musica risuona nell'opera di Pradella attraverso arpe, flauti e violini, e persino l'amore di Giulietta e Romeo sembrano alludere a qualcosa di consolante e rassicurante per il sentire umano. E' in un ricettacolo di emozioni e sentimenti , di ricordi e curiosità che l'artista Pradella vede l'essenza della vita e nessuno più dell'essere femminile naturalmente lo custodisce, lo manifesta e rappresenta attraverso l'immagine di bellezza . Per questo la donna per Pradella diventa reale ministro della fede come la Papessa o Cadinalessa Giovanna e della difesa come Lady Hebling di Innsbruck. Un messaggio significativo e stimolante che invita lo spettatore ad un dialogo con se stesso, oggi più che mai.